Da una recente ricerca pubblicata a fine dello scorso anno e condotta dal Prof. Massimo Simion è emersa una statistica allarmante : a parità di numero di impianti si sono verificate più perimplantiti (perdita di supporto osseo intorno all’impianto), nei casi trattati nel decennio 2000/2010 rispetto ai periodi precedenti.
Una causa importante di ciò si è trovata nelle caratteristiche della matrice chimica degli impianti. Infatti se la struttura è stata migliorata a favore di un rapido attecchimento dell’ impianto all’osso tanto l’impianto è diventato più vulnerabile agli elementi batterici del cavo orale. Quindi è emerso l’importanza di ridurre la frenesia (attuale) dove si vogliono ottenere dei risultati troppo velocemente senza il rispetto dei tempi fisiologici di gestione dei tessuti sia ossei, ma soprattutto gengivali. Ed ecco uno dei punti chiave del successo per evitare il fallimento dell’ impianto a lungo termine (oltre 10 anni ): avere un buon supporto gengivale al termine della chirurgia implantare e il successivo mantenimento dei tessuti stessi con controllo periodico(4-6 mesi). La base del successo sta nella cura delle gengive che è la prima difesa degli impianti contro i batteri che causano mucositi perimplantari.
Come pubblicato al V Consensus Conference della ITI (International Team for Implantology), la sopravvivenza a lungo termine ed il successo degli impianti è strettamente legato alle cure del supporto parodontale, cioè dei tessuti gengivali e ossei.