Bifosfonati e osteoporosi in odontoiatria

bifosfonati

 

Quando si parla di osteoporosi si fa riferimento ad una patologia che può avere conseguenze deleterie a carico del sistema scheletrico. Insorge infatti quando non vi è più il corretto equilibrio tra osteoblasti ed osteoclasti, ovvero le principali cellule che garantiscono la corretta struttura allo scheletro.

I bifosfonati rientrano tra i farmaci maggiormente prescritti e utilizzati per evitare il rischio di fratture dovute all’osteoporosi. Uno dei più celebri farmaci che rientrano in questa categoria e che, ad oggi, è tra quelli più usati è l’alendronato.

Sono stati rilevati diversi effetti collaterali determinati dall’assunzione continuativa di alendronato e di altri bifosfonati. Particolare attenzione deve essere rivolta agli effetti dei bisfofonati a livello dentale e negli interventi di tipo odontoiatrico.

Il meccanismo di tossicità dei bifosfonati si basa sulla loro grande capacità di interazione con l’osso: essi, oltre ad avere un’elevata affinità per le ossa, tendono anche a depositarsi. Questo dà vita ad una serie di effetti collaterali che possono perdurare anche dopo la sospensione della terapia. I soggetti che sono affetti da osteoporosi e devono assumere bifosfonati in seguito ad interventi odontoiatrici devono prestare molta attenzione ad uno degli effetti collaterali più pericolosi e dannosi per l’organismo: l’osteonecrosi. 

In linea di massima, è sempre consigliabile una visita odontoiatrica per chi deve iniziare un trattamento a base di bifosfonati: in questo modo verrà valutato lo stato clinico del Paziente che sarà comunicato al medico curante.  L’odontoiatra potrà così stilare un piano terapeutico per garantire la massima sicurezza al Paziente.

Qualora fosse necessario eseguire terapie al cavo orale, sarà sufficiente seguire un protocollo adeguato al farmaco (Bifosfonato) in uso, in parole semplici si può curare il Paziente.

 

 

 

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